La nostra esperienza di food photography

Dietro la bella fotografia di un piatto, ci possono essere più professionalità, ognuna con un ruolo unico e differente, che collaborano per ottenere il miglior risultato: l’autore, lo scenografo, il food stylist, il fotografo, il digital.

La nostra personale esperienza racconta di una proficua collaborazione a tre tra il sottoscritto, Serena Bertolini e Joe Turcato. Una collaborazione in cui i ruoli non sono mai stati così netti e definiti ma spesso si sono sovrapposti, con naturale armonia.

Quello che abbiamo cercato di fare con il progetto “In food with you” è stato, almeno inizialmente, provare a replicare, un po’ per gioco, un po’ come sfida, le bellissime immagini a corredo delle ricette pubblicate da Guido Tommasi Editore. Proviamoci anche noi! – mi sono detto. E siamo partiti.

Tutte le foto che abbiamo pubblicato le trovate qui. Sono state scattate con una fotocamera reflex, una Canon EOS 5D Mark III, e un obiettivo Canon EF 50mm f/1.4; successivamente ho acquistato ad hoc un Sigma 105mm f/2.8 EX DG MACRO OS, per potermi avvicinare di più al soggetto. Queste due lenti, molto luminose, nitide e precise, mi hanno permesso, quando lo scatto lo richiedeva, di isolare il dettaglio in primo piano (su cui volevo concentrare l’attenzione) rispetto al resto, che lasciavo volutamente sfocato sullo sfondo.

A volte scatto a mano, altre volte usando un cavalletto con un supporto che permette di tenere la fotocamera in verticale, necessario per noi che pubblichiamo le foto su Instagram, in formato 1:1 o 4:5. A volte posiziono la macchina fotografica all’altezza del soggetto, altre volte a formare un angolo di 45°, altre volte ancora a plongée.

Preferisco la luce naturale, più morbida rispetto a quella artificiale prodotta da una lampada alogena. Ci mettiamo accanto alla finestra del soggiorno o della cucina (o, in alcuni casi, sul balcone) e approfittiamo della luce del sole del mattino o del tardo pomeriggio, attutendola con un diffusore (quando è troppo forte) e compensandola con pannelli bianchi riflettenti acquistati a GranCasa o da Bricoman per correggere le ombre.

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All’inizio ci siamo accontentati di usare piatti, posate, tazze o bicchieri prendendoli dalla dispensa. Poi, sempre alla ricerca del bello, è capitato di chiedere in prestito pezzi ad amici o li abbiamo comprati nuovi (da Ikea o Maisons du Monde) o usati, ai mercatini.

La cosa più difficile da recuperare è il piano su cui scattare la foto: il tavolo della cucina, d’accordo, quello del balcone, il tagliere, la tavola di ardesia, l’asse che usava mia nonna per lavare i panni in cantina… per variare, siamo alla ricerca di superfici che si prestino e aggiungano sapore: siamo andati persino da un falegname e ci siamo fatti levigare un grosso pezzo di faggio. Poi, certo: tovaglie, canovacci, vassoi, mensole ecc.

Funziona così. Generalmente a uno di noi tre, in modo indistinto, viene l’idea per un primo piatto, una portata di pesce o un antipasto; Joe la cucina, con l’aiuto di Serena (io non ci metto becco, meglio così!); intanto scelgo il punto della casa in cui disporre i cavalletti con il piano. Si opta per un contenitore o una fondina o un piatto di porcellana; si dispone il cibo all’interno, con estrema cura: una scorza di limone, un ramoscello di rosmarino, un pugno di semi, la posata più giusta (in acciaio? O meglio il rame con il manico in legno?)… qualcuno lancia un tovagliolo a quadri piccoli a fare da quinta alla scena; Serena con una pinzetta muove un maccherone, sistema uno scampo; Joe rinfresca la foglia di insalata con uno spruzzino a diffusore… poi un ciuffo di panna, un nastro, due lamponi, tre confetti.

Io scatto, insieme valutiamo il risultato (direttamente dallo schermo della fotocamera), lo correggiamo, aggiungendo o togliendo i props (gli oggetti di scena), spostando una polpetta, aprendo un terzo di stop il diaframma… e si va avanti così fino a raggiungere il risultato che si ha in testa.

Poi si lavora in post: l’acquisizione del file, la lavorazione in Adobe Camera Raw, l’applicazione di filtri, la correzione di luce e colore, la vignettatura ecc.; quindi il passaggio in Photoshop per le ultime modifiche, l’aggiunta del logo, una piccola cornice bianca… et voilà!

Poi si mangia, certo!

Consigli per chi si presta a cominciare?
– scegliete props piccoli;
– mettete cura nei dettagli;
– siate creativi e… divertitevi!

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Riccardo Banfi

cofounder | AAF