Girare con i più piccoli: la mia esperienza

Per una sorta di inclinazione naturale, spesso mi trovo a raccontare storie in cui il protagonista è un bambino (o una bambina). Ho iniziato a farlo con i cortometraggi – con “Buonanotte”, dove Pietro e Lucia, nel loro lettino, ascoltavano papà raccontare loro una favola (scritta da Andrea Tarabbia); continuo a farlo ora che giro per lo più spot aziendali, corporate video e branded content.

Altezza. Dei bambini su un set mi piace l’entusiasmo – spesso non hanno mai recitato prima e la giornata che li aspetta è in qualche modo straordinaria, ricca di cose nuove. Mi piace spiegare loro a cosa serve un ciak e chi sono tutte le persone intorno. Mi piace studiare la loro espressione mentre osservano la videocamera o un microfono calato dall’alto. Mi piace mettermi alla loro altezza, in ginocchio, per spiegare che cosa abbiamo in mente. (Filippo, che, tra le altre cose, è quello che “sta dietro la camera” in un’occasione, per stare all’altezza dei loro occhi, indossò per tutto il tempo delle riprese un paio di ginocchiere da pallavolista!)

Riflettori. I bambini sono generosi. Quasi mai si lamentano per il fatto di dover rigirare una scena. Non vedono l’ora di rifarla! Anche perché adorano essere al centro dell’attenzione, una sistemata al vestitino che si è sgualcito nella corsa, una spazzolata al ciuffo ribelle da parte della hair stylist, qualche parola di conforto (“Bravo, molto bravo… sono sicuro che la prossima volta sarai BRAVISSIMO! La rifacciamo? Te la senti?”), l’applauso quando tutto è filato via liscio.

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Cachet
. Girando cortometraggi auto-prodotti, low-budget (per non dire zero-budget), me la sono sempre cavata con un pallone da calcio o un gioco in scatola. Amélie, mia figlia, per l’ultimo spot che abbiamo realizzato per Huware – Amélie è un’attrice eccezionale! -, ha preteso “un vassoio di frutta esotica (giuro!) e un elastico per saltare”. Diversamente è andata con Axel, il bimbo protagonista dello spot per Merbag, concessionaria Mercedes-Benz di Milano, che è stato “collocato” con un contratto di due giorni, dopo una trafila burocratica e il coinvolgimento di una casting agent.

Casting. Si può fare fisicamente: occorre avere una location adeguata in cui ricevere i piccoli-grandi attori (e i loro genitori! I genitori a volte sono il “problema”!). O virtualmente: sul web, lanciando una call su Facebook o piattaforme dedicate. Lo scorso giugno, in occasione di uno spot, siamo ricorsi a un casting di questo secondo tipo. In due giorni sono arrivate decine e decine di candidature da tutta Italia! Incredibile! Poi, certo, bisogna scegliere…

Scelta. Già. Quale bambino scegliere? Il più bello? Non sempre, a volte, quasi mai. (Che poi, chi decide chi è il più bello?!) Quello giusto è quello con gli occhi più grandi (se ci serve mettere in scena una fascinazione, uno stupore), con il sorriso più furbo (se dobbiamo raccontare una birichinata), con l’espressione più sveglia, con lo sguardo più dolce, il più spontaneo.

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Pazienza
. Durante le trasferte per gli shooting fotografici di Brums (in cui eravamo incaricati dei video emozionali e reportage da “dietro le quinte”) abbiamo imparato molto da troupe più strutturate con dieci figure professionali (e più) coinvolte e un comune denominatore: la pazienza e il repertorio di intrattenimento. Le canzoni cantate in brasiliano dalla stylist, i pupazzetti colorati attorno all’obiettivo della fotografa, i balletti del responsabile trasporti. Per catturare un sorriso spontaneo nello scatto perfetto occorrono tante, tante risate!

Divertimento. In occasione di “Essere figli, sempre.”, un cortometraggio sulla “Carta dei diritti dei figli (nella separazione dei genitori)” che presto sarà pubblico, davanti alla videocamera erano una decina i bambini: dai tre mesi di Bruno ai quindici anni di Rebecca. In numero doppio i genitori, papà e mamma, che li osservavano da dietro le quinte, trattenendo il fiato durante i momenti clou. Quando i bambini, come in questo caso, sono molti, non abbiate fretta, spiegate loro ogni cosa, usando parole semplici, che possano capire. E date sempre la precedenza ai piccoli: in una giornata di riprese in cui sono programmate più inquadrature, girate prima le scene con i bambini, poi quelle con gli adulti. Prevedete tante pause, anche piccole. Per il pranzo, ordinate pizza e patatine fritte. Giocate con loro, provate a divertirvi. Ci riuscirete!

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Riccardo Banfi

cofounder | AAF